SUBARU OUTBACK

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Summertime light – ©lucaromanopix

 

Impresa riuscita.

 
Non ho conquistato la Luna e nemmeno sono sceso in apnea nella Fossa delle Marianne. L’impresa portata a termine è qualcosa di più semplice. Compiere un percorso in automobile consumando il meno possibile e utilizzando solo il pieno di carburante fatto alla partenza. Luogo di partenza al Sud, prima dello Stretto di Messina, costa orientale. Si vede l’alba e non il Sole che scende nel Tirreno. E si legge in foto il nome del paese costiero con l’invito dell’Amministrazione alla prudenza durante l’attraversamento del centro abitato. Strada Statale 106 Jonica, spesso in prima posizione nelle pagine di cronaca per incidenti raccapriccianti. E, anche in quei giorni (4) di comportamenti scellerati ne ho visti in profusione.
 

Botricello
Botricello

 
Punto d’arrivo Roma. Sono oltre seicento chilometri. La scelta del giorno è stata casuale: 16 agosto. Ciò ha influito in senso positivo. Autostrada libera e velocità costante, l’ideale per contenere il consumo. Premessa: auto-imposizione di non superare MAI i 110 Km/h ed acceleratore automatico SEMPRE in funzione. Vettura con un solo abitante, bagagli contenuti in poche, essenziali, cose: effetti personali ed attrezzatura fotografica completa. Impossibile resistere agli ordini di famiglia, quindi generi di conforto in trasferimento dalla provincia alla città. Poca, pochissima roba in confronto a certi carichi vacanzieri che si incrociano sulla A3. Questa è la strada più chiacchierata d’Italia ma il 16 agosto era terribilmente vuota. Pinne e maschera con villeggianti annessi, tutti al mare. Avrebbe potuto essere pista libera per me, già dato con un record ben al di sotto delle quattro ore su una distanza leggermente maggiore (pure!), ma questa volta le due scommesse, professionale e personale, mi hanno imposto le regole. Rispettate fino all’ultimo chilometro. Mai fatto prima.
Certo, se ci fosse stato il solito traffico dei giorni con bollino rosso avrei (forse) consumato ancora di meno: l’obbligo di non superare i 110 km/h mi avrebbe fatto marciare sulla sola corsia normale. Avrei impiegato molto di più, però, delle otto ore di questo strano (per me) viaggio di ritorno.
Siamo al dunque: le foto documentano al di là di ogni scritto che fare oltre seicento chilometri con un solo pieno è possibile. E’, questo, l’alzabandiera di tutte le case automobilistiche, eseguito in ognuna delle pubblicità diffuse al popolo automobilista/compratore. Le cronache raccontano, poi, di quanti trucchi ci siano dietro quei numeri. Non restava che provare. Ho potuto farlo senza comprare l’automobile, c’è quella in prova ferragostana.
TY 😉
Ora, che si percorrano seicento e rotti chilometri con una vettura di medie dimensioni è doveroso che accada. Quando – invece – siedi al volante di una vettura di generose dimensioni, con la trazione integrale sempre in presa, il cambio automatico (oggi è meglio averlo rispetto ad uno manuale proprio per la ottimizzazione del consumo), aria condizionata senza risparmio, peso di poco superiore ai mille-e-cinquecento chilogrammi (1598 kg), bene allora la musica cambia. Non ti aspetti di fare centro nell’impresa, o meglio ci speri ma non troppo. La Subaru Legacy è andata BEN OLTRE. Come si legge molto bene nelle foto, la destinazione è stata raggiunta non solo centrando il traguardo di NON FARE MAI***** rifornimento e di “farsi” bastare un pieno di gasolio. Sono arrivato a Roma con un’autonomia dichiarata dal computer di bordo di 410 km. Computer che peraltro, a metà del percorso, più o meno a Frascineto, prima di Lagonegro, continuava a mostrare nella strumentazione ben 920 km di autonomia.
 

Scorri la galleria con le frecce ai lati della foto
 
A Roma avevo dunque MEZZO serbatoio di carburante ancora a disposizione. In altre parole la Subaru Outback mi ha permesso di fare oltre seicento chilometri con mezzo serbatoio di gasolio. Spesa del pieno alla partenza: 70 euro. È assolutamente lecito affermare, a questo punto, che con un pieno posso percorrere 1200 Km.
Ergo… fate i vostri conti signori.
Sì, i nobili automotive dicono che non si fa così.
Certo, i superspecializzati, da quelli della carta stampata a quelli del web, hanno a disposizione un sacco di attrezzature.
Poi però alla “colonnina” (come si dice al Sud per indicare la stazione di servizio) loro non ci vanno. Chi la vettura, la macchina, l’automobile, “se la compra ci-va”, magari tutti i giorni, sacramentando per la pubblicità ingannevole.
Alla quale ha abboccato.
CaffehinaLuke 😉
 

ANTEPRIMA VIDEO

 
Ps. Nota su acceleratore automatico.
Non è mai stato un problema avendo pista libera, solo un idiota di camperaro, di quelli che vorresti spiaccicare al guardrail per quanto sono stronzi, mi ha creato un problema nello svincolo di accesso tra la bretella di Salerno-Caserta e l’Autostrada A1. Ma con il comando al volante è stato sufficiente disinserire per un istante il dispositivo.
L’idiota con il camper ha però confermato che certa gente è meglio stia a casa ed il loro mezzo, qualunque esso sia, in garage. Se si muovono fanno solo danni: c@@@o!
 

ANTEPRIMA DELLA “SOLITA”
GALLERIA FOTOGRAFICA
DEDICATA ALLA SUBARU OUTBACK


idem…
 
*****Essì, mi dovete credere sulla parola.
 

VIDEO CLIP CASTELLO SAN FILI

 

Lo Jonio, nella provincia di Reggio Calabria, offre il mare che all’azzurro, alle trasparenze d’acqua cristallina, affianca un senso di infinito impareggiabile.
E lasciata la spiaggia, sulla Statale 106 Jonica che la costeggia, in un punto critico perché al centro della curva di un cavalcavia, dopo un destra-destra e qualche chilometro tra asfalto e sterrato si arriva al Castello di San Fili. Tra ulivi, vigneti ed eucalipti si apprezza proprio quel senso d’infinito che il blu scuro del mare regala allo spettatore.

 

Credit

Tutte le fotografie e le clip ©lucaromanopix

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Once Ansel Adams said: “The single most important component of a camera is the twelve inches behind it”.

 
 

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Automobile molto versatile: con il tetto apribile si possono fare anche queste acrobazie. Che delizia!

Ottimi ©lucaromanopix
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