
Jaguar XE
STILE, PRESTAZIONI, HERITAGE, BLASONE… C’È TUTTO NELLA NUOVA PICCOLA DI COVENTRY, MA RIUSCIRÀ A SCALFIRE L’EGEMONIA DELLE MARCHE TEDESCHE, CONSOLIDATA DA ANNI DI AFFIDABILITÀ MECCANICA
Redazione – DURATA, 01’ 08”
IN TV CON DRIVELIFE DEL 11 OTTOBRE – La mission è ambiziosa. Far cambiare idea a chi compra Audi, BMW e Mercedes che nel mondo automotive ora esiste anche Jaguar. E che ha, pure, la trazione posteriore.
Il vantaggio di Jaguar sulla concorrenza sta nella emotività. Perché la XE è una bella automobile, questo è un dato inconfutabile.
E chi, nel segmento premium, decide per un nuovo acquisto lo fa, lo dice la statistica, in base ad una scelta emotiva. E’ la irrazionalità della decisione presa da chi non ha grossi problemi di soldi. Perché la XE non costa poco. Parte da quarantamila o giù di lì…
Diverso il discorso della affidabilità nel tempo, della qualità di prodotto all’indomani dell’uscita dal concessionario.
Audi, BMW e Mercedes, pur con tutti i loro, e non pochi, difetti, (due o tre serie costruttive or sono persino la ammiraglia “S” – la “Potenkim” aveva problemi che pochi conoscono: il telaio torceva, non si chiudevano bene gli sportelli posteriori e in frenata esplodevano i dischi freno…) hanno uno “storico” di qualità ed affidabilità invidiabili.
E’ questa la vera mission di XE,
riuscire a far cambiare idea
agli irriducibili filo-germanici.
Le qualità le ha tutte. Gli inglesi, scottati dalla precedente piccola Jaguar, una Ford Mondeo vestita per la festa, hanno messo in campo tutta la tecnologia di cui sono capaci. Posti di lavoro nuovi, oltre mille-e-quattrocento, per il solo stabilimento di produzione dei motori, soldi in quantità, 500 milioni di sterline per l’Engine Manufactoring Centre. Motori nuovi, appunto, con emissioni bassissime, quelli della Serie Ingenium, materiali nuovi, avveniristici, quasi da costruzione aeronautica, la monoscocca è ad alta densità di alluminio. Ovvero, non tutta in alluminio ma molto alluminio. Comunque leggera, con quelle caratteristiche che esaltano le doti di marcia.
Elegante nello stile, british per gli interni, il nuovo lusso secondo gli inglesi. A bordo non manca nulla, non faccio qui la lista della spesa. Non mi piace. Ma è evidente che con un’auto del genere, con questa mission, e con quel prezzo, quella concorrenza, a bordo c’è qualsiasi cosa possa solleticare il più smaliziato dei filo-germanici.
Dal touchscreen di otto polllici per il diversivo nella marcia in relax, ai sistemi di sicurezza ed assistenza alla guida, come un head-up display ad alto contrasto e luminosità elevata.
E sotto il cofano, progettato per il pedestrian collision, ci sono i motori a gasolio, Ingenium, con potenza di 163CV, 99 grammi di CO2 per chilometro, e consumo di 3,8 litri per cento chilometri.
Ma le prestazioni, quelle vere, sono espresse dal V6 con 340CV che accelera ai cento all’ora in quasi cinque netti (5,1 secondi).
Sulla carta, qualità e prestazioni eccellenti, non c’è che dire. Ma nella realtà saranno solo i clienti, ed il numero di XE vendute, a sancire se la “middle premium molto british” avrà assolto alla sua missione.
Tenendo presente che da zero a cento in una manciata di secondi ci puoi arrivare con una qualsiasi macchina.
Farlo con un’Automobile è tutt’altra questione. E’ per questo che i filo-germanici hanno ragione.
Da vendere. E si vede, dai numeri, appunto.
(luca romano)

