FEBBRAIO 01 2014 CLIP TV

DRIVELIFE FEBBRAIO 01 from Drivelife on Vimeo.

TIMELINE 11’ 52” *** VOLKSWAGEN GOLF “R”, 01’ 09” – PEUGEOT RCZ-R, 02’ 03” – JAGUAR F-TYPE “R”, 01’ 46” – BEST OF NAIAS 2014, 02’ 36” – BMW SERIE 2, 00’ 34” – CHRYSLER 200 SEDAN, 02’ 10”



QUEST’ANNO COMANDO IO

FORTE DI UN SUCCESSO COMMERCIALE DIFFUSO LA VOLKSWAGEN PRESENTA LA VERSIONE “R” DELLA GOLF, UN’AUTOMOBILE CHE, IN QUESTA VERSIONE, OFFRE PERFORMANCE SPORTIVE D’ALTO LIVELLO

di Federico DI LERNIA

DURATA, 01’ 09” – Il 2013 è l’anno della Golf: nel corso dei primi sei mesi hanno già debuttato sul mercato la GTI, la GTD, la Variant e la TDI BlueMotion. Al Salone di Francoforte 2013 la Volkswagen prosegue con la più potente della gamma, la nuova Golf R, presentata contemporaneamente allo studio Golf Sportsvan e alla e-Golf a emissioni zero, tutte in anteprima mondiale. La Golf R è dotata di un inedito motore TSI 300 CV (+30 CV di potenza rispetto alla precedente) che vanta consumi ridotti del 18%. Come per le tre precedenti regine della gamma Golf, anche qui ritroviamo la potenza del motore abbinata alla trazione integrale permanente 4Motion che, in questo caso, adotta una frizione Haldex di quinta generazione. Contribuiscono allo spiccato dinamismo della Golf R telaio sportivo di nuova concezione (abbassato di 20 mm), nuovo sterzo progressivo ed ESC Sport che per la prima volta è completamente disattivabile. Tra i principali equipaggiamenti a richiesta spiccano la versione perfezionata della regolazione adattiva dell’assetto DDC e la selezione del profilo di guida con nuova modalità Race.

Se la versione con cambio manuale raggiunge i 100 km/h in soli 5,1 secondi (modello precedente in 5,7 secondi) quella con cambio a doppia frizione DSG non è da meno, impiegando addirittura 4,9 secondi. La velocità massima è limitata elettronicamente a 250 km/h. Nonostante prestazioni su strada straordinarie e 30 CV in più di potenza, i consumi della Golf R scendono da 8,5 l/100 km della precedente a 7,1 l/100 km. Anche le emissioni di CO2 risultano ora inferiori essendo passate da 199 a 165 g/km. La Golf R, dotata di sistema start/stop e di recupero dell’energia, risulta ancora più parca nei consumi quando monta il cambio a doppia frizione DSG a 6 rapporti. In questo caso il consumo medio risulta di 6,9 l/100 km (a fronte di emissioni di CO2 di 159 g/km). Rispetto alla precedente con DSG (8,4 l/100 km) si ottiene un risparmio di 1,5 l/100 km, equivalente a una riduzione dei consumi del 18%.

La nuova Golf R vanta una serie di dotazioni personalizzate ed esclusive. Oltre a paraurti, sottoporta e cerchi in lega leggera da 18 pollici specifici del modello, sono dettagli come fari bixeno di serie con nuove luci diurne a LED (a forma di doppia U), gruppi ottici posteriori a LED e impianto di scarico a quattro terminali cromati (due per lato) a fare della Golf R la regina delle auto sportive, anche dal punto di vista estetico. All’interno dell’abitacolo si ritrovano sedili sportivi con rivestimenti in tessuto e Alcantara, volante sportivo a tre razze rivestito in pelle, illuminazione ambiente, climatizzatore automatico e sistema radio-CD con touchscreen.

SE M’ARRABBIO, GRAFFIO

LA PEUGEOT RCZ CON IL NUOVO MILLESSEI CON 270 CV È LA VERSIONE PIÙ POTENTE DELLA GAMMA DEL COSTRUTTORE FRANCESE

di Federico DI LERNIA

DURATA, 02’ 03” – Peugeot presenta RCZ R, versione “ultrapotenziata” della sua coupé sportiva, esempio del know-how del Marchio in materia di design e di sensazioni di guida.

Il suo nuovo 1,6 litri con 270 CV, ed emissioni di CO2 di soli 145g/km, colloca la RCZ R in un nuovo campo di prestazioni e di efficienza.

In sintonia con questa motorizzazione, i collegamenti al suolo specifici, abbinati a un differenziale a slittamento limitato Torsen, assicurano un’efficacia e sensazioni dinamiche di altissimo livello.

Con 270 CV /199 kW, RCZ R è il modello di serie più potente della storia del Marchio.

Ha una accelerazione bruciante, con tempi da 0 – 100 km inferiori ai 6 secondi, ed evidenzia ancora una volta il know-how del Marchio, anche grazie alle emissioni di CO2 contenute in soli 145 g/km che costituiscono un punto di riferimento nella categoria delle coupé sportive.

Questo risultato è stato ottenuto grazie al controllo del downsizing del motore, all’ottimizzazione aerodinamica e all’alleggerimento del peso.

Il downsizing è una tendenza costruttiva ormai consolidata, non solo nella produzione di serie tant’è che lo riscontriamo anche nell’automobilismo sportivo: le grandi discipline utilizzano un motore turbo da 1.6l, persino la Formula 1 lo adotterà nel 2014.

Il nuovo motore THP da 270 CV, per soli 1,6 litri di cilindrata, stabilisce un record di potenza specifica nella categoria; con circa 170 CV/l, è tra i migliori al mondo per un veicolo di serie ed è già conforme alla norma antinquinamento Euro 6.

Il lavoro effettuato sull’aerodinamica ha permesso di aumentare il carico posteriore di 15 daN grazie a un nuovo spoiler, che favorisce la stabilità alle alte velocità, senza penalizzare la resistenza aerodinamica.

La ricerca dell’alleggerimento è stata alla base anche dello sviluppo dei componenti specifici. Così è stato ottenuto un risparmio di peso di 17 kg rispetto alla RCZ da 200 CV. Con una massa di 1280 kg, RCZ R dispone dunque di un rapporto peso / potenza di soli 4,7 kg / CV.

IL PIÙ BEL “B” AUTOMOTIVE

LA JAGUAR F-TYPE “R” SARÀ IN VENDITA DAL PROSSIMO MESE DI MARZO AD UN PREZZO DI POCO SUPERIORE AI 100MILA EURO: MA VANTA PRESTAZIONI DA PRIMATO ASSOLUTO

di Nicoletta TRIGGIANI

DURATA, 01’ 46” – Se amate l’auto inglese, vi piace il british racing green e volete godere del sound di un otto cilindri con oltre cinquecento cavalli dovete essere pronti a sborsare una cifra a sei zeri, dunque superiore ai centomila euro.

Tra 100 e 130 mila euro, a seconda della “dotazione”, è il prezzo di vendita della Jaguar F-Type, che qui vedete impegnata in pista dalle parti di Barcellona.

Cifra neanche tanto impegnativa considerando la vettura: è una degna rivale di Aston Martin, Porsche e Ferrari.

E’ l’ultima versione della linea F-Type, la più bella delle supersportive Jaguar, automobile disponibile anche con motori sei cilindri e cavallerie più facili da domare.

Ma questa “R” con il V8 Turbo è affascinante, non solo per le sue forme – ha il più bel “didietro” del mondo automotive – ma anche per le prestazioni che il plurifrazionato è capace di esprimere.

Una nota tecnica: la Jaguar F-Type R è equipaggiata con freni carbo-ceramici, appannaggio – ancora – di pochi modelli sul mercato, tutti d’altissimo livello.

Del resto con la mission di supersportiva gli inglesi non potevano scegliere diversamente. La macchina, infatti, accelera da 0 a 100 chilometri l’ora in meno di cinque secondi, 4,2, ed ha la velocità massima limitata, elettronicamente, a 300 Km l’ora. Come dire, se mi sleghi, mi sfreno.

La potenza è di 550 CV con una coppia di 680 Newton metri, con un range di utilizzo molto ampio a partire da meno di tremila giri / minuto.

Sospensioni adattive in funzione della dinamica di marcia e spoiler automatico per la variazione dell’aerodinamica sono gli altri aspetti tecnici salienti che definiscono un prodotto da primato.

BREZZA DAGLI STATES

SEMBRA PROPRIO CHE IL SALONE DI DETROIT ABBIA SANCITO LA RIPRESA DEL MERCATO AUTOMOTIVE, ALMENO NEGLI STATI UNITI. TUTTI CI AUGURIAMO CHE L’ARIA DI RIPRESA ATTRAVERSI L’ATLANTICO SENZA AFFIEVOLIRSI. MA QUI E’ DURA, ANCORA MOLTO DURA, NONOSTANTE IL MESE DI DICEMBRE ABBIA FATTO “STRILLARE” TITOLI ENTUSIASTICI SU QUOTIDIANI E MAGAZINE SPECIALIZZATI

DURATA, 02’ 36” – Una “certa” euforia sembra aver preso vita dal numero di novità che dagli stand del NAIAS 2014, il primo salone dell’automobile dell’anno – che ha sede nella ex-capitale mondiale dell’auto, Detroit – le case automobilistiche hanno “comunicato” al mondo intero. Un messaggio di speranza? Ci auguriamo, anche se qui in Italia le cose sembrano essere sulla strada in discesa di una crisi senza fine, un fenomeno di contrazione irreversibile.

Non dovuto solo alla economia stagnante e preda di costi insostenibili ma, aspetto ancor più rilevante, ad una mutazione dell’approccio del cliente / consumatore nei confronti dell’automobile. Chi può continua a comprare orientando la sua scelta verso automobili di categoria inferiore rispetto alle sue capacità. Un po’ perché è meglio essere understatement di questi tempi quando si circola, un po’ per prudenza economica e risparmio, un po’ perché le norme di tutela ambientale, sempre più severe e “stringenti” fanno preferire automobili con sistemi di propulsione misti, alternativi o ibridi. Una nicchia di mercato, come si dice in gergo, che sembrerebbe (condizionali sempre d’obbligo di questi tempi) aver trovato il modo di stuzzicare la sopita voglia di acquisto del cittadino, italiano, automobilista.

Mentre a Detroit sotto le luci dei riflettori passano le novità destinate al mercato americano, una sintesi la vedete in questa clip con gli show off di Corvette, di Acura (marchio di lusso in America per Honda), di Chrysler, di Tesla e di Cadillac, di Ford, qui, in Italia i fatti eclatanti che interessano il mondo automotive sono due o tre.

Il timido incremento di vendite di dicembre ha fatto accendere i desideri degli operatori del settore che, su quotidiani e stampa specializzata, si sono più o meno cautamente, lanciati in titoli di richiamo al rinnovato interesse da parte del consumatore verso le amate / odiate 4 ruote.

Un’euforia che se fosse stato possibile “sommarla” alla presunta abolizione del superbollo – voce circolata negli ambienti, verso metà gennaio – avrebbe potuto dare un “certo” impulso alla voglia di comprare. Sarebbe stato, quello sì, un chiaro segnale della politica / governo che l’atteggiamento nei confronti dell’automobile avrebbe preso, da quest’anno, un punto di vista diverso, non diciamo di promozione sfrenata delle vendite, ma quanto meno il segnale che la forca della fiscalità automobilistica aveva iniziato una manovra di alleggerimento. Allora forse anche i più restii alla rottura del salvadanaio avrebbero rotto gli indugi ed anche il salvadanaio.

Ma che nulla è cambiato in Italia, ed è questo il terzo fatto importante di Gennaio, è il cambiamento d’assetto avvenuto a Torino. Il nuovo assetto voluto da Sergio Marchionne, al di là delle politiche dichiarazioni rese durante la conferenza stampa, è un assetto che lascia in Italia ben poca sostanza. Intanto il fisco inglese ringrazia: tutti i soldi che FCA dovrà pagare di tasse saranno versati in Gran Bretagna, al Ministero delle Finanze – ed enti correlati – adesso sì che dovranno riflettere.

La sede di FCA è in Olanda, e fin qui nulla di male, se non fosse che le due mosse di Marchionne devono far sorgere una semplice domanda: ma perché tutto questo assetto non lo ha fatto, e gestito, da Torino? Sarà perché il nostro mercato automotive non è per niente interessante, manco per FIAT?

Ed allora a Detroit possono presentare tutte le novità che vogliono, a noi resta solo la possibilità di guardarle in TV. Perché in Italia, qui, l’automobile è morta.

(lr)

M’INTROMETTO

QUASI PRONTA PER IL MERCATO LA NUOVA COMPATTA DI MONACO, LA BMW SERIE 2, CHE SI POSIZIONA TRA LA “PENSIONANDA” SERIE 1 E LA FIAMMANTE, NUOVISSIMA, SERIE 4

DURATA, 00’ 34” – Anteprima di una nuova Serie di modelli BMW; la BMW Serie 2 Coupé definisce nuovi benchmark di dinamismo, di estetica e di carica emotiva nel segmento delle vetture compatte di qualità premium; concetto automobilistico indipendente e unico nel segmento di appartenenza con la tipica scocca a due porte e il classico Three-Box-Design delle
BMW Coupé, quattro posti, trazione posteriore, motorizzazioni e assetto tarati per una guida sportiva; lancio a partire dal marzo 2014, inclusa la versione BMW M Performance BMW M235i Coupé.

ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA

FCA, FIAT CHRYSLER AUTOMOTIVE. È IL NOME CON CUI MARCHIONNE, IN QUESTA SETTIMANA, HA BATTEZZATO LA “NUOVA” CASA AUTOMOBILISTICA DI TORINO. CHE HA SEDE IN OLANDA E PAGA LE TASSE IN GRAN BRETAGNA. IN ITALIA? PER ORA LA PRODUZIONE, SPERANDO NELLA RINASCITA DELL’AUTOMOBILE ITALIANA. INTANTO A DETROIT 2014 IL GRUPPO HA PRESENTATO LA CHRYSLER 200 SEDAN

DURATA, 02’ 10” – Basterà il nuovo logo a convincere i clienti italiani che l’abile gestione industriale (e politica) di Sergio Marchionne abbia dato vita ad una FIAT completamente diversa da quella che per oltre cento anni ha “mobilizzato” gli italiani?

Sergio Marchionne, per ruolo e per carattere (probabilmente), non può che fare gli interessi dell’azienda e del gruppo di comando al quale è legato, oltre che dallo stipendio (lauto) anche da un obbligo di correttezza professionale. In questo momento – è evidente – gli interessi dell’azienda sono quelli di non soccombere. Qui in Italia.

Fare un parallelo tra FIAT ed Electrolux potrebbe sembrare incongruente, ma il filo conduttore che lega i due grandi gruppi industriali è quello del costo del lavoro. Troppo alto in Italia: Electrolux con una affermazione “scioccante” ha preso una posizione che può far pensare ad una dismissione dei siti di produzione in Italia.

FIAT non ha ancora intrapreso questa strada, in modo così aperto, perché non può permetterselo, pena una conflittualità sociale “distruttiva”.

Ma di fatto, al di là dei bei proclami in conferenza stampa, c’è da osservare attentamente il percorso che Marchionne ha intrapreso. Marchionne e FIAT non possono soccombere alla crisi (ed alla politica) in Italia. Di questo passo, con le quote di penetrazione in costante riduzione, anche quelle poche macchine ancora prodotte in Italia andrebbero perdute. E perdute quelle sono perduti i posti di lavoro diretti e quelli dell’indotto collegato.

Non è possibile pensare di sopravvivere “giocando” solo sul mercato italiano e / o quello europeo. Chevrolet docet: l’annuncio – pesante – dell’abbandono del fronte europeo da parte degli americani, deve far riflettere. Qui non c’è più spazio per chiacchiere ed iniezioni di incentivi. O si cambia – radicalmente – oppure si muore. Tutti. Sergio Marchionne lo sa e con abile politica “cerchiobottistista” sta lavorando per la sopravvivenza del gruppo. Consentendogli di giocare una partita a livello internazionale e ben oltre dai confini europei, proprio grazie a Chrysler.

Scritto questo, ecco qualche numero sulla Chrysler 200 Sedan, per la verità automobile dalle linee molto “americane”.

Semplice eleganza, esperienza di guida esaltante, tecnologia facile da usare e senso del bello: le nuovissime 2015 Chrysler 200 segnano un nuovo corso per gli appassionati di middle-size sedan.

Il 2015 Chrysler 200 debutta con un design esterno che caratterizza il nuovo “volto” del marchio Chrysler che veste novità meccaniche interessanti: telaio italiano, Alfa Romeo, cambio automatico a nove marce di fabbricazione ZF.

Sotto il cofano invece ci sono motori americani, si tratta del quattro cilindri di 2,4 litri con oltre centottanta cavalli e del 3,2 litri Pentastar, un V6 con oltre duecentosettanta cavalli. Questo, fuori mercato in Italia: ma visto che il telaio è italiano chi si stupisce di vedere, prima o poi, un “biscione” sul cofano vuol dire che è rimasto al secolo scorso.

Prezzo di vendita, stimato, negli Stati Uniti, circa 22mila dollari.

(lr)

2015 Chrysler 200S

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