BMW DRIVING ACADEMY

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GUIDARE È RESPONSABILITÀ SOCIALE

I CORSI DI GUIDA SICURA AVANZATA
DOVREBBERO DIVENTARE UNA CONSUETUDINE PER OGNI AUTOMOBILISTA

17 più 16,9 fa 33,9. Fatto 100 il totale, come si usa nelle statistiche, 33,9 è il trentatré per cento del quel totale. E’ matematica. Chiarisco le cifre dando loro un senso, non solo numerico.
Il 17 per cento degli incidenti stradali accade per una distrazione del conducente, mentre il 16,9 per cento avviene per il mancato rispetto delle norme che regolano la circolazione stradale. Un terzo degli incidenti in Italia, secondo le statistiche 2011 del Ministero dei Trasporti, è per colpa, dunque, dello scarso senso di responsabilità di chi è al volante.

La Comunità Europea ha imposto una riduzione del tasso di mortalità sulle strade del 50% entro il 2011 e l’Italia non ha raggiunto la soglia di riduzione richiesta. Ci siamo fermati al 46%. Al di là del mancato obiettivo, che si è tradotto in eventi gravi o luttuosi per le famiglie, ciò che sarebbe importante è la capacità di sviluppare quel senso di responsabilità alla guida che sensibilizzi il 54 per cento mancante all’appello della statistica. Che, è doverosa la triste precisazione, sono vittime della strada.

Per raggiungere un obiettivo 100% che, grazie all’applicazione in modo sempre più diffuso di opportune soluzioni per le automobili di nuova produzione, ma soprattutto, di una diversa consapevolezza dell’essere alla guida, potrebbe non essere così lontano ed utopico.

Fatti e comportamenti che dovrebbero andare di pari passo alla buona manutenzione delle strade. E la chiudo qui perché “ci sono buche con pozzanghere dove ci allevi le trote” (Alex Zanardi). Una situazione indecorosa, fonte di un aumento della probabilità di incidente stradale.

Ma il principio fondamentale ed ispiratore di una diversa consapevolezza al volante è ben rappresentato da una citazione espressa qui in sintesi, con le parole di un relatore: “le diamo la patente perché ha studiato ma si ricordi che lei non sa guidare”. Un principio che, uno capace di guidare – e pure bene – come Alex Zanardi, ha sottoscritto con dovizia di principi e citazioni. Sottolineando quanto sia importante essere in grado di capire il traffico e, nei limiti del possibile, prevedere in anticipo i fatti della dinamica stradale.
Cito ancora Zanardi, questo è un esempio che chiarisce bene il concetto che sottolinea la capacità di ognuno di noi di essere in grado di evitare un incidente. In modo del tutto indipendente dall’essere o meno un pilota di automobili da corsa.

Zanardi racconta: “Se all’uscita di una galleria, in autostrada, c’è una fila di macchine ferme, un pilota di formula 1, per quanto bravo sia, se è troppo veloce non è che, con abili manovre di sterzo e controsterzo, freno ed acceleratore, svicola tra una macchina e l’altra ed infila senza danno la corsia di emergenza per fermarsi evitando la collisione. La differenza tra uno di noi (Alex Zanardi) ed un automobilista ‘normale’ sta nel fatto che il pilota è in grado di regolare la sua andatura in funzione della situazione che sta per affrontare”.

In altre parole all’uscita di una galleria, quando il repentino cambio di luce (e magari il controluce), possono per una frazione di secondo impedire la perfetta visione della strada, è opportuno viaggiare ad una velocità di sicurezza, se non addirittura rallentare, quel tanto che basta per non arrivare come un proiettile senza freni sulla colonna di auto ferme.

E’ traducibile questo esempio di Zanardi con una o due semplici parole: PREVENZIONE & CONSAPEVOLEZZA.

Insomma in auto, quando guidi, “non devi mai spegnere il cervello” (Alex Zanardi).

Concetti che sono patrimonio di un livello superiore di educazione stradale,
ergo propri del corso di guida sicura avanzata.

Facile a dirsi e dovrebbe essere altrettanto facile da farsi. Il sistema di autorizzazione alla conduzione di un’auto per quanto efficiente e attuale possa essere, non può, da solo, trasmettere l’esperienza e la capacità di saper fronteggiare qualsiasi situazione di pericolo.

C’è la possibilità di migliorare il proprio bagaglio di esperienza partecipando ai corsi di guida sicura organizzati – più o meno – da tutte le case automobilistiche. Ottimo strumento di marketing, sono però la giusta sede dove familiarizzare con l’automobile senza il timore di fare, o procurare ad altri, danni.

Per alcune case automobilistiche – per BMW, che ha istituito dal 2006 la Driving Academy – i corsi sono una mission che assolve al principio di responsabilità sociale. Qualcosa che va oltre il claim “piacere di guida” o una commerciale intenzione di migliorare le performance di vendita.
BMW è l’unica azienda automobilistica in Italia ad aver firmato nel Settembre 2009 il protocollo con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sulle modalità di svolgimento dei corsi di guida sicura avanzata, propedeutici alla riduzione della incidentalità dei neo-patentati. In questi sei anni di attività sono stati 16000 i partecipanti ai corsi della BMW Driving Academy.

Trecento studenti della LUISS Guido Carli hanno partecipato ad una sessione della Driving Academy nell’autodromo di Vallelunga, per tre giorni di questo mese di Marzo.
Fanno parte di un progetto di sicurezza che BMW ha da anni intrapreso; prima ancora del citato 2006, già dal 1985 BMW supporta le scuole di guida sicura, Siegfried Stohr docet.

E che – secondo i rilievi statistici tra tutti i partecipanti ai corsi Driving Academy – sono stati molto importanti ed utili perché hanno migliorato del 100 per 100 la capacità di consapevolezza della guida di chi vi ha preso parte. Un dato che emerge dalle interviste (oltre quindicimila) condotte entro l’anno successivo di partecipazione al corso di guida.

Ogni anno BMW organizza 6700 corsi di guida con la formula attuale, nei quali sono messi in pratica gli esercizi fondamentali per una migliore conoscenza della dinamica di un’automobile: sovrasterzo, sottosterzo, schivata, scarto, slalom e skid.

E chiudo citando, sempre dalla esposizione di un relatore, che, in Austria, dopo il conseguimento della patente, c’è l’obbligo per il neopatentato della frequentazione di un corso di guida sicura “avanzata”.

E non aggiungo altre considerazioni sullo stato dell’arte della nostra educazione stradale perché, più dei miei scritti basta osservare il traffico di tutti i giorni, in città e fuori città…

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