MAZDA CX-3

La linea è snella. Guardandola pensi a qualcosa di vivo, c’è una forte impressione di dinamica, come se sotto quelle lamiere si celasse qualcosa di vivo. Come se nell’abitacolo, sotto il cofano, pulsasse un cuore che pompa energia.

(lr) – E’ una creatura inanimata ma trasmette una forte vitalità. Vedi soluzioni di stile che esprimono forza ed agilità, ti fanno venir voglia di essere subito al volante e schiacciare l’acceleratore, premere con forza i freno per sentire le ruote che, mordendo l’asfalto, imprimono spinta per farti uscire dalla curva… (da portfolio.18×24.it)

Considerazioni più o meno ad alta voce che si sovrappongono all’idea che si completa nella mente guardando, ed apprezzando, gli interni della Mazda CX-3. Lo stile così lineare della plancia e della strumentazione, mi piace. Ha quasi uno stile “minimal” ma senza raggiungere l’essenzialità, in certi casi un po’ freddina, di alcuni prodotti tedeschi.
L’arredamento interno è giocato sulle tonalità calde. In foto si intravedono soltanto. Non mi concentro sugli interni ad eccezione di una BMW di qualche tempo fa per la quale il tema era proprio quello degli interni. Con Mazda CX-3 sono stato così affascinato dallo stile della vettura e, anche per il poco tempo a disposizione (quindici giorni non mi bastano…) non ho avuto l’ispirazione giusta che valorizzasse – appunto – il design dei dettagli dell’abitacolo. Un abitacolo raccolto, molto “cocoon”, un guscio caldo, nel quale passare volentieri il tempo del viaggio. O del trasferimento se trattasi del noioso stop-and-go quotidiano. Forse proprio per il gioco di colore dell’arredamento: sedili bianchi con inserti in una calda tonalità del grigio. Pannelli porta in tono ma con un fregio bordeaux alla maniglia dello sportello. Plancia con un accostamento di materiali plastici e pelle bianca. Insomma davvero un “appartamento” ben arredato. Magari un superattico viste le dimensioni contenute della vettura. Ed a proposito della vettura è significativo il principio espresso al momento della consegna da chi, con simpatia, mi dava le chiavi: “Abbiamo tanti clienti che comprano CX-3 preferendola alla Mini Countryman…”
Non ci avevo pensato. In effetti il segmento è abbastanza affollato, le proposte sono tante. Tutte più o meno con ambizioni “premium”. Alcune dovrebbero “lasciar perdere”, altre possono fregiarsi dell’ambito appellativo di buon diritto. Indiscutibile che il posizionamento di MINI sia tra quelli premium… ma anche io, senza dubbio, preferirei la CX-3. Tra l’altro costa almeno 10mila di meno. Ed in quanto a status ed “apparire” certo non è inferiore alla anglo-tedesca. Anzi con la eccessiva proliferazione della MINI, guidare una Mazda CX-3 è una scelta distintiva, che prende le distanze dalle masse. Piuttosto facilmente aggregabili e quindi ovvie, banali, superficiali, omologate in una moda che spiana la personalità. Certo se siete disposti a spendere 50mila euro per una Countryman… avete la differenza. Dell’esagerazione.

Con CX-3, invece, al di là dell’abusato termine “premium”, tanto in voga oggi tra gli “automotive”, sarete sicuri di non passare inosservati.

Per l’eleganza.

Poi anche perché questa CX-3 è davvero premium, di buon diritto.

 

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