RUNNER

DRIVING & SHOOTING

– (di Luca Romano) – Essere d’accordo o meno con la nuova filosofia di gamma BMW è un po’ come citare la frase dell’Amleto di William Shakespeare, “essere o non essere”, e cercare di dare una risposta all’interrogativo.

A voi la scelta se approvare o meno la nuova impostazione della distribuzione dei modelli. Il passaggio da “uno” a “due”, da “tre” a “quattro”, visto pensando (con il tipico provincialismo italiano) al solo mercato nostrano è riduttivo e crea solo confusione. Un costruttore di automobili che abbia voglia di competere sul mercato distribuisce i suoi interessi anche fuori dei confini dell’esausta Europa.
Altri usi e costumi, altre abitudini, altre necessità e – soprattutto – altre richieste. Il salto di numero deve essere compreso attraverso questa semplice lettura. Essere cittadini del mondo. Una capacità di adattarsi ad ogni paese, la capacità di assorbire nuove culture e rispondere con un prodotto che soddisfi mentalità diverse.

Intesa questa “lezioncina” è più facile capire cosa si stia guidando mentre la E45 scopre curve ed allunghi invitanti alla ricerca della prestazione. L’app di BMW, LapTimer, registra con precisione ogni chilometro del viaggio, la velocità, il consumo, le frenate (“staccate”), l’accelerazione (il gas”) e persino la forza “G”.Anche il tempo sul giro. Sì perché la 220D sarà pure piccola e con un motore a gasolio, ma è un’automobile terribilmente invitante a correre. La legge sulla privacy mi permette di nascondere i risultati, altrimenti prove infallibili di una dinamica di marcia offensiva del codice della strada.

La scelta cromatica di questa vettura è di quelle che fanno girare la testa. Bianca con interni in pelle rossa. Non è proprio il rosso automobilistico. E’ un rosso con una tendenza al bordeaux. E’ diversi toni sotto il rosso pistaiolo. E’ quello che potrei definire un “rosso elegante”. Una scelta di classe. E dal punto di vista fotografico anche molto divertente potendo “giocare” con i contrasti di colore senza uscire troppo dalla latidudine di esposizione. Con le digitali usate (Canon 5D Mark III e Nikon 800, entrambe con ottiche originali) questa è molto ampia, di più della pellicola. Ma appena sei “fuori” paghi cara la ricerca dell’impossibile.

Credo che il posto di guida confortevole non sia solo il risultato della ampiezza delle regolazioni. Altezza del sedile, inclinazione dello schienale, distanza dallo sterzo e sua regolazione in profondità ed in altezza. Queste misure fondamentali per la ricerca di una posizione congeniale diventano inutili se l’impostazione di fondo è sbagliata. Cerco di spiegarmi, e come scritto in altre pagine qui su Drivelife, è una storia di angoli. Quello più importante di tutti è l’angolo tra il bacino e gli arti inferiori. Sbagli quello e non avrai mai un posto di guida comodo. Bene in BMW quell’angolo non l’hanno mai sbagliato. Come mai hanno sbagliato la distanza tra il piantone dello sterzo ed il pavimento. Per giunta il volante è “verticale”. Questa ideale posizione di guida fa si che il driver riesca a “sentire” l’auto, a riceverne le sensazioni e divenire tutt’uno con la vettura.
E’ il presupposto per una guida sicura e veloce. Non devi sentirti “sballottolato” da una parte del sedile… Questa simbiosi con la macchina permette di capirne le reazioni, i comportamenti.
Ed apprezzare al cento per cento la sua dinamica di marcia. Valorizzarla tutta, senza sprechi.
Il tempo sul giro Roma/Riccione/Roma è il risultato di questa perfetta integrazione uomo/automobile.
Quando è realizzata senti ogni dettaglio del telaio e delle sue vibrazioni, senti alla perfezione la strada, il comportamento del pneumatico, apprezzi la sua flessibilità di “spalla” nei tornanti più stretti verso il doppio valico dello Scheggia e del Furlo. Conosci subito le caratteristiche della vettura e traendone vantaggi ne esalti la prestazione.

Diventa una danza tra una curva e l’altra. Una sensazione già vissuta, in pista, proprio con una Serie 2, la 235M.

E’ esaltante, divertente, eccitante.
La gran coppia del quattro cilindri a gasolio enfatizza la dinamica ai bassi regimi, Gli oltre 180CV sono più che sufficienti per viaggiare veloci. Il rischio di offendere il Codice della Strada è immediato e certo. Anche perchè il cambio ad otto rapporti ci mette del suo.
Ha la velocità del pensiero nel passaggio da una marcia all’altra, tanto a “salire” quanto a “scendere”.
E volendo, non devi nemmeno pensare. Solo schiacciare. Lui, il cambio, capisce le tue richieste, capisce la strada e risponde fulmineo. La concentrazione, a quel punto, è solo sulle traiettorie, sul traffico, sul momento migliore per sorpassare il camion che, lento, ti precede sulla Flaminia.

Da “tre” a “quattro” e da “uno” a “due”. Qui è il passaggio da “uno” a “due”. I centimetri in più che siglano il passaggio di classe sono pochi. Ma apprezzabili. Al volante della “due” sembra d’essere a bordo di una vecchia “tre”. Lo spazio nell’abitacolo è generoso. La 220D Coupé in prova ha ospitato anche cinque persone, in un “dopo cena” romano, senza far soffrire nessuno di loro. Anche l’accesso ai sedili posteriori non obbliga alla assidua frequentazione di una palestra per mantenere inalterata la prestanza. E’ l’angolo (ancora una volta!) d’apertura delle due porte che semplifica tutto. Pensando alla “quattro” poche ore prima lasciata nel paddock di Misano immaginare la Serie 2 220D Coupé come ad una perfetta due porte per la città, è una immediata associazione di idee.

slideshow

Canon 5D Mark III
obiettivo 16 – 35 mm f 2.8
obiettivo 24 – 120 mm f 4

Nikon D800
obiettivo 24 – 120 mm f 4
obiettivo 180 mm f 2.8

Si ringraziano Canon Italia e Prima Pagina per la collaborazione.

(C)lucaromanopix

BMW SERIE 2 220d Coupé
BMW SERIE 2 220d Coupé